domenica 30 giugno 2013

CAOSINFORMA ONLINE 65: A CHE PUNTO SIAMO?

caosinforna online 65


Con l'avanzare dell'estate, caosinforma si dispone ad una fisiologica "pausa di riflessione". Dopo un anno di lavoro, quasi il decimo  dalla nascita, è legittimo chiedersi se, e cosa, la nostra rivista  ha di nuovo da documentare, promuovere o raccontare. E questo numero  di caosinforma   è  l'occasione per  documentare i fatti  che caratterizzano  il Centro La Tenda, nel solco di una tradizione, ormai  quasi trentennale,  di impegno al servizio dell'Uomo e della comunità sociale. 
Di particolare interesse, inoltre, nel 65esimo numero della nostra rivista, l'intervista al Senatore Alfonso Andria esponente di rilievo del panorama politico del territorio salernitano, che ha ricoperto vari incarichi nazionali ed europei maturando esperienze che gli hanno consentito di conoscere ed intervenire su tanti problemi in svariati settori economici e produttivi.           
In effetti  ciò che abbiamo detto finora   è divenuto sempre più oggetto di  confronto e  condivisione con molti  operatori  del nostro territorio e  ci  sono dunque idee, progetti, metodologie, approcci ai temi sociali  che sono stati, e lo sono tuttora, condivisi con tante persone di "buone volontà". 
Ma  ci sono anche altre sfide che stiamo affrontando e che  vogliamo condividere con i nostri lettori per discuterne senza pregiudizi. 
Innanzitutto  la necessità di dare spazi di protagonismo e di responsabilizzazione ai giovani,  per promuovere l’educazione tra pari (secondo la nostra collaudata formula GXG), così importante e innovativa nel mondo dei giovani privati di protagonismo positivo.
C'è quindi la tematica delle famiglie  per le quali è in   pieno  svolgimento un corso di formazione (Formarsi Progettando),   che intende dar vita ad una serie di servizi  per genitori e figli e per favorire la formazione ad  una genitorialità responsabile in una società sempre più complessa.
C'è poi  la questione degli Stranieri immigrati, e la necessità di promuovere  una cultura dell'accoglienza, della tolleranza, del reciproco rispetto calata però nel concreto, attraverso programmi di integrazione linguistica, sociale, di scambio culturale, di qualificazione professionale e inserimento lavorativo, di ricongiungimento familiare,
Ci sono inoltre le questioni legate alle droghe legali,  all'abuso di alcolici, al gioco d'azzardo, in merito al quale si assiste ad un atteggiamento contraddittorio dello stato che,  per finanziarsi, rischia di contribuire alla trasformazione degli italiani in un popolo di giocatori, senza preoccuparsi di conseguenze drammatiche cui può dare luogo, colpevolmente. 
Ma accanto ai problemi emergenti,  ci sono quelli  vecchi che non scompaiono.
Abbiamo  intenzione di organizzare seminari pubblici, sulla scorta di quanto realizzato negli anni scorsi: workshop, giornate di studio, ricerche, iniziative anche per metterci in discussione e, se necessario, cambiare noi su indicazione degli altri.
La speranza  è quella di riuscire a realizzare tutto ciò con il sostegno  di  benefattori privati, di fondazioni, di pubbliche istituzioni sebbene la crisi economica si faccia sentire in modo particolare proprio nell'ambito sociale, dove ci sarebbe più bisogno di sostegni d'ogni genere.
La Tenda, ovviamente, intende affrontarli adottando la metodologia della continua crescita (quella dell'imparare e disimparare continuamente, per intenderci)  e continuerà a farlo per denunciare consumi di vecchie e nuove  droghe per portare attenzione ai  malati di mente (doppiamente etichettati se tossicodipendenti) abbandonati dalle strutture e dalle famiglie,  per sostenere detenuti agli arresti domiciliari, oltre che rinchiusi negli istituti di pena e  per  promuovere  attività formative.         
Dunque, alla domanda, "cos'altro c'è da raccontare?", vogliamo rispondere con i fatti. E questo numero  di caosinforma   è  l'occasione per  documentare i fatti  che caratterizzano  il Centro La Tenda, nel solco di una tradizione, ormai  quasi trentennale,  di impegno al servizio dell'Uomo e della comunità sociale.                                     
Mario Scannapieco

domenica 23 giugno 2013

CAOSINFORMA 64. BISOGNO DI LAVORO



... il mondo del lavoro è in profonda crisi.  Ma  oggi più che mai il disagio legato alle difficoltà di "trovare lavoro" non è solo un problema occupazionale. Si tratta, invece, di pensare in termini di nuovi modelli di sviluppo, non solo economico,  di nuove forme di organizzazione sociale e lavorative, di professionalità innovative, di flessibilità, creatività e tanto altro ancora....
A questo  tema  caosinforma 64 dedica le sue rubriche, le testimonianze, le proposte e le riflessioni di interlocutori autorevoli attraverso  cui  prova   a rispondere  ad una sempre più forte domanda di lavoro e, dunque,  e di vita.  
... il mondo del lavoro è in profonda crisi.  Ma  oggi più che mai il disagio legato alle difficoltà di "trovare lavoro" non è solo un problema occupazionale.
Infatti non si tratta di aspettare da parte degli "addetti ai lavori" la ricetta giusta. Troppo complessa è la questione, a guardarla bene, per affidarla esclusivamente ai tecnici, per quanto dotati di buona volontà, e per quanto facciano, giustamente, la loro parte. Affrontarlo con le solite categorie rischia di tradursi in un danno peggiore del male di cui si attende la guarigione.

In gioco  non c'è una problematica meramente occupazionale. Si tratta, invece, di pensare in termini di nuovi modelli di sviluppo, non solo economico, e di nuove forme di organizzazione sociale e lavorative, di professionalità innovative, di flessibilità, creatività e tanto altro ancora.

Del resto, l'incontro tra nuovi modelli organizzativi (per quanto indefiniti) e risorse umane può essere una favorevole congiuntura per restituire valore al lavoro e per rivedere l'atteggiamento nei confronti del "momento lavorativo", da parte di tutti: occupati, disoccupati, inoccupati. 

Si tratta, dunque, di cogliere l'occasione per restituire alla dimensione lavorativa quella globale dignità che ad essa compete, al punto da poterla considerare naturalmente integrata in percorsi di crescita personali e sociali e di considerare l'avviamento al lavoro come una delle attività principali per la realizzazione di nuovi "progetti di vita".

Ancora una volta, un disagio da trasformare in risorsa, quindi, perché mai come in questa situazione accettare la sfida del disagio, penetrarne le ragioni, organizzare risposte attive diventa una strada obbligata.
È  necessario, infatti,  ricostituire l'unitarietà del lavoro che comprende a pieno titolo gli atti della ricerca del lavoro, così come la capacità di rendere "prodotto" il "processo" di autopromozione. Un processo che va necessariamente innescato, accompagnato, capito e monitorato per non smarrirne la radice di senso e valorizzarne, anche, le potenzialità in una realtà di mercato.     
Si tratta di fronteggiare il caos, almeno apparente, della realtà sociale, per riconoscersi protagonisti in essa, per coglierne le ricchezze celate, le prospettive inusitate, le necessità inesplorate. 
        Dalla realtà complessa della nostra società, ognuno può infatti ricevere un impulso a radicare le proprie scelte, a crescere su basi più solide, a riscoprire fino in fondo le ragioni, non solo astratte e ideali, della solidarietà.
Una possibile risposta finalizzata ad individuare nuove "professionalità" ci può venire, proprio dal mondo del disagio, o meglio dalle risposte che, nell'approccio con questo volto dolente della società, si sono rivelate valide ed efficaci. Quelle risposte cioè che hanno dimostrato di saper avviare e catalizzare processi esistenziali e lavorativi significativi.  
Infatti i profondi mutamenti sociali, che hanno segnato la diversificazione dei sintomi del malessere giovanile, non hanno trovato impreparate le realtà operative che, a partire dall'esperienza della Comunità Terapeutica, hanno operato l'intervento a sistema aperto, dimostrandosi capaci di interagire con il territorio in un'ottica di collaborazione,  di integrazione delle risorse.
Ed è a queste esperienze che caosinforma intende far riferimento per provare a rispondere, ad un sempre più forte bisogno di lavoro e, dunque,  e di vita. 

Mario Scannapieco


venerdì 21 giugno 2013

FORMARSI PROGETTANDO 2013. UN CENTRO DI SERVIZI PER LA FAMIGLIA

Stando ai dati di una recente indagine  Eurispes –Telefono Azzurro, "2° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia, della Preadolescenza e dell'Adolescenza"), è' lecito pensare che"la famiglia, anziché morire come istituto, per effetto della modernizzazione, si trasforma in una pluralità dinamica e flessibile di "soluzioni istituzionali”.
Ma allora, fino a quando potremo riferirci ancora al termine "famiglia"?
Cambiando infatti i membri del nucleo familiare, cambiano sia le relazioni sia la percezione dei ruoli, con ricadute sul grado di appartenenza dei membri verso la famiglia.
Inoltre,laddove il lavoro o la carriera occupa i membri adulti del nucleo può scomparire la preponderanza di una figura genitoriale, in quanto non vi è più un genitore che consuma più ore accanto ai figli, come un tempo la madre, e gran parte delle attenzioni ed energie prima disponibili per la cura della prole ora vengono assorbite dalla gestione domestica.
"Per il 51% dei genitori italiani, di età compresa tra i 30 ed i 55 anni, con figli tra gli 0 ed i 14 anni, uno dei problemi principali nel rapporto con i figli e nella loro educazione è rappresentato dalla difficoltà di farsi ascoltare cui segue la man canza di rispetto del loro ruolo (il 41%), quasi come se la figura dei genitori stesse perdendo autorità. I problemi di comunicazione si accentuano là dove l'età critica dei figli (11-14 anni) porta a scontri più accesi tra le generazioni. Per poco più di un
terzo dei genitori (il 35%) risulta sempre più difficile trovare il tempo di parlare ai figli e di trascorrere del tempo con loro.
Senza dubbio il fatto di lavorare entrambi limita il tempo a disposizione, soprattutto in coincidenza con le attività sportive ed extrascolastiche dei ragazzi".
Se, poi, vi è un'unica figura genitoriale il ruolo genitoriale si colora di sfumature molto particolari così come la trasmissione delle figure identificatorie del maschi, attraverso il padre, e della femmina, attraverso la madre. Non possiamo, infatti, dimenticare i contributi che la Psicoanalisi e la Psicologia in genere hanno dato nello spiegare le interazioni profonde fra genitori e figli, ai fini delle crescita psicologica della prole nonché della costruzione della società.
Possiamo, allora, introdurre il concetto di svuotamento dei ruoli genitoriali, inteso  come palese assenza di una figura adulta di conduzione e coesione della vita domestica".
Non stupisce, quindi, che i genitori di oggi siano con- fusi, contradditori e deleganti. L'assottigliamento dei ruoli non è un dato di poco conto in quanto mina 'autorevolezza di un adulto che dovrebbe essere testimone di riferimenti, valori e norme utili alla fondazione della persona e della società.
Si tratta di un'abdicazione, più o meno avvertita, che condiziona la maturazione dell'individuo in formazione, perché non lo prepara appieno ad affrontare quegli elementi di responsabilità, di impegno e di frustrazioni  che compongono le scelte del domani. Attraverso la coesione e l'organizzazione famigliare, conflittualità compresa, il bambino addestra anche le sue capacità di adattamento alla realtà e agli eventi, modulando le capacità di flessibilità, cioè di problem solving, imparando a trasformare i vincoli in risorse.
Laddove manca sia tale esperienza sia la possibilità di misurarsi nella dialettica del dialogo e del confronto, per mancanza di tempo, voglia o di figure adulte disponibili, la persona in crescita si percepisce abbandonata, libera solo perché senza riferimenti, e assimila la "normalità" all'insipienza. Non solo, ma tali climi relazionali pongono le basi di quelle che saranno le "famiglie" di domani, in quanto forgiano il sentimento sociale e lo stile affettivo della persona in crescita. Tutto ciò si può concettualizzare in un terzo dato, che apre il capitolo della "famiglia multiproblematica".
Nasce da  queste considerazioni il corso di formazione, promosso e organizzato dal Centro Studi e Formazione caos   per l'avvio  di un Centro di servizi per la famiglia.
Mario Scannapieco