sabato 30 marzo 2013

caosinforma 62

30/03/2013 - 16:59:42

Dopo aver dedicato lo scorso numero di caosinforma,  la rivista del Centro La Tenda, al bisogno di comunità, dedichiamo  caosinforma 62    al bisogno di autorità. Bisogno di comunità e bisogno di autorità sono in realtà due dimensioni complementari di una medesima istanza sociale, sono, infatti, entrambe condizioni necessarie per servire e promuovere l'uomo.
Il bisogno di autorità è dunque il tema che abbiamo scelto per questo numero di caosinforma ma è anche il nostro modo per augurare al nuovo "Vescovo di Roma", a Papa Francesco, eletto proprio mentre completavamo questo numero della rivista, un pontificato luminoso, autorevole, al servizio dell'Umanità.

La drammatica incertezza dell'attuale sistema politico italiano, ivi compreso il prossimo periodo di vacatio istituzionale conseguente alla fine del settennato presidenziale, le storiche dimissioni del Santo Padre Benedetto XVI, la grave situazione economico-finanziaria e sociale in cui versa il mondo occidentale, e non solo l'Italia, hanno qualcosain comune.
A ben guardare, infatti, tutto sembra denunciare la  crisi di un principio, quasi sparito dal vocabolario del moderno democratico. Infatti il termine "autorità" - ché di questo stiamo parlando - è sempre meno citato nel linguaggio comune. Esso sembra più che altro evocare, nel pensiero corrente, una degenerazione per la democratica civiltà occidentale.
Non a caso il termine viene spesso richiamatosolo attraverso perifrasi o di giri di parole.
Il principio di autorità è di norma assimilato all'esercizio del potere, a sua volta sinonimo dioppressione, di dittatura, di fascismo e viene per
questo richiamato come uno spauracchio per leistituzioni democratiche.
In effetti, a ben guardare, l'esercizio dell'autorità viene fatto valere molto più spesso di quanto venga esplicitamente dichiarato, ma in modi e formemimetizzate, spesso manipolatorie.
Quella praticata è spesso, nei fatti, un'autorità subdola, esercitata con l'inganno. Una modalità che, nel modo in cui viene esercitata, fa trapelare il raggiro di cui è espressione. Un 'autorità equivalente, per intenderci, alla pubblicità di un prodotto di consumo, da piazzare a tutti i costi, anche attraverso condizionamenti occulti, coerente con la falsa democrazia propugnata da chi le teste si limita acontarle piuttosto che farle valere. 
Nulla di simile ad un sano esercizio di autorità, proposta con rispetto dell'interlocutore, della sua coscienza, del suo vero interesse. Ma proprio di un'autorità, sana e trasparente, che si coniughi con la responsabilità e la chiarezza dei gesti, c'è bisogno oggi. Di un'autorità, cioè, che si ponga in antitesi rispetto all'imperante relativismo culturale, come spesso denunciato con preoc-  cupazione dallo stesso Benedetto XVI.
Ma soprattutto, ed è ancora il Papa Emerito Benedetto XVI che ce lo insegna, c'è bisogno diun'autorità, capace anche di farsi da parte, per insegnare all'umanità intera cosa significhi veramente servire l'altro. E restituire, così, alla gerarchia, il senso autentico della sua funzione che consiste essenzialmente nel fare spazio al conseguimentodel bene comune.
Dopo aver dedicato lo scorso numero di caosinforma, al bisogno di comunità, questa volta, pertanto,lo dedichiamo al bisogno di autorità.
Bisogno di comunità e bisogno di autorità sono in realtà due dimensioni complementari di una medesima istanza sociale, sono, infatti, entrambe condizioni necessarie per servire e promuovere l'uomo. Il bisogno di autorità è dunque il tema che abbiamo scelto per questo numero di caosinforma ma è anche il nostro modo per augurare al nuovo "Vescovo di Roma", al nuovo Papa Francesco, eletto proprio mentre completavamo questo numero della rivista, un pontificato luminoso, autorevole, alservizio dell'Umanità.
Mario Scannapieco

martedì 19 marzo 2013

LO SPOT DI "UNO SPOT PER...3"

      

E' stato creato lo spot della terza edizione di "Uno spot per…” la campagna di comunicazione sociale promossa dal “Progetto Giovani” del Centro La Tenda. Le tematiche oggetto del concorso sono:Alimentazione, Amore e Sessualità, Bullismo, Dipendenze,Famiglia, Immigrazione e integrazione, Politica, Responsabilità sociale,  Sport. Leggi il bando, compila la scheda di partecipazione e partecipa anche tu. 
Possono partecipare al concorso tutti i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 35 anni; la partecipazione è consentita a singoli individui, gruppi, classi scolastiche e associazioni operanti nel settore sociale. Il regista dello spot che risulterà vincitore, per ciascuna sezione prevista dal concorso, riceverà un premio e la garanzia della messa in onda del proprio spot sulle reti televisive locali aderenti all’ iniziativa e sui siti web convenzionati.

martedì 12 marzo 2013

caosinforma 61

caosinforma 61


La proposta comunitaria deve trovare una riscoperta. L'assenza di mediazioni sociali e politiche, tipica della nostra epoca,  rischia infatti di amplificare il disagio dei cittadini e dei giovani,  ulteriormente mortificati dalla prospettiva di una gestione della “cosa pubblica” affidata a  ristrette e spesso ciniche oligarchie.
Dedichiamo, dunque, il numero 61 di caosinforma al “modello comunità”, o meglio ai diversi modi di fare comunità, da quelli con finalità di recupero a quelli con finalità formative, da quelli con finalità produttive a quelli con finalità di benessere sociale.
Tutti peraltro riconoscibili dalla scelta, ineludibile,  di lavorare in gruppo e di porre al centro di ogni azione  il valore primario della persona.
Se è vero che il modello  della comunità terapeutica va ristrutturato in risposta ai cambiamenti  del nostro tempo e riproposta secondo un modello più aperto e flessibile, più adeguato alle caratteristiche dei nuovi utenti, la proposta comunitaria rimane insostituibile.
Infatti il  modello di interazione sociale che essa propone, l’intensità delle relazioni affettive che lega le persone  che ne fanno parte,  i valori cui si ispira,  la spiritualità  che ne è alla base, ne fanno un’esperienza sempre  valida.  Lo testimonia, se non altro,  la storia e la tenuta di questa millenaria esperienza di solidarietà, praticata in quasi tutte le latitudini del globo terrestre.
Di fatto  la Comunità non è solo terapeutica, è anche un paradigma per le esperienze formative ”extra-comunitarie” , un “format” basato sull’esperienza   della condivisione, del confronto, dell’interdipendenza positiva e, in quanto tale, esportabile in contesti laboratoriali, formativi, scolastici e,  perché no, (mai dire mai)  politici.
Una proposta, dunque,  quella comunitaria, che trova la sua radice in un modello di uomo  che completa la sua natura nel rapporto con il gruppo dei simili e che  nel gruppo trova  l’occasione   e per crescere al di là di uno sterile, esasperato individualismo.
E in effetti la proposta comunitaria rappresenta il naturale antidoto al mito dell’affermazione individuale esasperata, al relativismo morale ed etico  come filosofia di vita, al miraggio del successo individuale a tutti i costi, alla falsa  risposta ad una domanda di senso cui  la società contemporanea spesso   non  sa come rispondere altrimenti.
Non a caso,  va detto anche questo, il modello di vita comunitaria  è l’unica esperienza terapeutico - educativa  che ha funzionato efficacemente per  tirare fuori i giovani dalla piaga sociale della  tossicodipendenza. Espressione drammatica, quest’ultima,  di  un disagio  che, a ben guardare,  è il precipitato  dei guasti sopra citati. 
Ma non solo. Di fronte ai contemporanei, inquietanti, fenomeni generati dalla economia e dalla finanza globalizzata, risulta sempre più evidente che, anche a questo livello,   non sono più sufficienti i rimedi finora esperiti, come l'economia sommersa, la famiglia come soggetto economico, la piccola impresa, i patti sociali o azioni educative di corto respiro, ecc.
Anche per questo  la proposta comunitaria deve trovare una necessaria riscoperta. L'assenza di mediazioni sociali e politiche, tipica della nostra epoca,  rischia infatti di amplificare il disagio dei cittadini e dei giovani,  ulteriormente mortificati dalla prospettiva di una gestione della “cosa pubblica” affidata a  ristrette e spesso ciniche oligarchie politico –finanziarie.
Del resto, la stessa “rete”, deve essere rivalutata in termini di Geimenshaft (= comunità sociale) piuttosto che  definita solo in termini di Gesellschaft (= associazione). Laddove la Geimenshaft deve essere l’elemento fondante di un nuovo  processo di sviluppo sociale. Deve diventare, in altri termini, modello di riferimento delle relazioni tra le persone, gli enti e le organizzazioni.
Complessa ma affascinante, l’istituzione di una vasta rete di soggetti pubblici, del privato e del privato-sociale, a livello nazionale ed e europeo, potrebbe permettere il consolidamento di un nuovo sviluppo sociale attraverso   una  intensa azione di  intermediazione sociale. Di questo oggi più che mai c’è bisogno.
Figure centrali del processo di costruzione della Comunità, le istituzioni pubbliche che, a livello locale, dovrebbero farsi “catalizzatori di processo” ed adoperarsi per favorire la partecipazione attiva di tutti gli attori–chiave del territorio.
Dedichiamo, dunque, questo numero di caosinforma al “modello comunità”, o meglio ai diversi modi di fare comunità, da quelli con finalità di recupero a quelli con finalità formative, da quelli con finalità produttive a quelli con finalità di benessere sociale.
Tutti peraltro riconoscibili dalla scelta, ineludibile,  di lavorare in gruppo e di porre al centro di ogni azione  il valore primario della persona.
Mario Scannapieco