venerdì 23 novembre 2012

caosinforma 58

E' dedicato al nuovo modello formativo adottato dalle Comunità del Centro La Tenda  il 58esimo numero di caosinforma. La prospettiva lungo la quale si  profila il nuovo paradigma di Comunità Terapeutica pone al centro il modello familiare. Un modello familiare integrato dalle  risorse lavorativo-formative del territorio. La rivista - pubblicata anche onliine - sviluppa l'argomento attraverso le sue rubriche, interviste ad interlocutori attendibili, riflessioni e provocazioni ma  anche attraverso le parole di Don Nicola Bari, Presidente del Centro la Tenda.
"LaTenda era strutturata in base a i moduli, definiti  in base ai destinatari e ai programmi.L'impostazione successiva per moduli formativi tendeva a superare il programma (strutturato nelle fasi di: accoglienza, comunità, rientro) perché i moduli erano componibili e ciascun utente poteva attraversarli in modo più flessibile e personalizzato. Siamo dunque  passati per una prima fase di congelamento (il programma), poi per una seconda fase (i moduli), poi ancora per una terza: la strutturazione del Centro in  quattro aree (psicoeducativa, territoriale, lavoro, servizi) . Ora si tratta di arrivare  ad una quarta fase. Infatti lungo questo percorso la formazione e il modo di operare sono cambiati. E ’ cambiata anche l ’ utenza, i destinatari così come sono cambiate le strutture e gli obiettivi. Alcuni operatori hanno dovuto riconvertirsi; è stato quindi necessario accompagnarli e fornirli di nuovi strumenti.. Si tratta di passaggi dolorosi … ed infatti nel passaggio dalla situazione attuale a una fase nuova c ’ è da attendersi forti resistenze, perché viene richiesto un modo di operare diverso, una formazione diversa. Noi vogliamo rispondere a un maggior numero di bisogni, non legati necessariamente alla tossicodipendenza, vogliamo creare nuovi servizi e ricorrere all ’ autofinanziamento. Nella struttura organizzativa attuale c ’ è una distinzione, un ’ autonomia fra area psicoeducativa e lavoro, mentre in seguito la priorità andrà al lavoro, che diventerà un ’ opportunità per l ’ area psicoeducativa. Ora serve un operatore capace di mediare anche il lavoro ” .