domenica 29 marzo 2009

ORIENTAMENTO 2008

Anna Grotta e Maria Celia

Grazie al paziente lavoro di archiviazione, curato da Maria Celia del Servizio Orientamento e da Anna Grotta del nostro Centro studi e formazione caos, possiamo avere più chiara la situazione relativa agli ingressi di persone con problemi di tossicodipendenza registrata lo scorso anno.




sabato 28 marzo 2009

IL "MAESTRO" BRUNO DUCOLI

Abbiamo ricevuto l'apprezzamento e il saluto di Bruno Ducoli...Una gioia profonda.

Bruno Ducoli

Per quei pochi che non lo conoscono diciamo solo che Bruno è un amico del Centro La Tenda da... sempre. E si, perchè Bruno è una persona speciale che appartiene alle radici spirituali della nostra esperienza di comunità ma anche a quelle personali di molti di noi.
Presidente del “Centro europeo di promozione interculturale” in quel di Gargnano (lago di Garda), uomo di grandi esperienze, pioniere dell'intergrazione multietnica, ha dedicato una parte significativa della sua vita alla crescita culturale dei migranti. E' stato per lungo tempo in Belgio, dove, da pioniere, ha avviato le prime esperienze capaci di integrare gli "stranieri" in terra straniera e dove è stato insignito di alte onoreficenze anche dalle autorità governative. Grande scrittore, raffinato oratore, uomo di grande cultura e di profonda spiritualità, dal carisma raro, capace di associare coerentemente i fatti alle parole.
Più volte, grazie all'amicizia con il nostro Nicola, è intervenuto nei nostri momenti formativi, lasciando sempre una traccia indelebile.
L'avevamo perso di vista, colpevolmente. Ora, immeritatamente ce lo ritroviamo al nostro fianco..
Non ce lo faremo scappare più...

venerdì 27 marzo 2009

COSA BOLLE NELLA PENTOLA... ITALIA? LA "FOTO" DEL CENSIS

Qual è l’immagine dell’Italia di oggi? Cosa è possibile dire sul mondo del lavoro, della scuola, del sistema di welfare etc.?



Giorgio Napolitano



il 42° raporto Censis

Una delle voci più autorevoli e aggiornate nel campo è il Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, un istituto di ricerca socioeconomica fondato nel 1964. Ecco cosa trapela dall’ultimo Rapporto Censis (il 42°) che puntualmente ogni anno fotografa noi italiani e le trasformazioni che stiamo attraversando. Il Rapporto Censis è diventato, nel tempo, uno strumento indispensabile per tutti coloro che non solo desiderano essere aggiornati sulle direzioni di sviluppo del paese, ma anche avere a disposizione una lettura originale ed attenta sui fenomeni in corso.
Il Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese nasce dall'esigenza di rendere disponibile uno strumento di analisi e di interpretazione dei fenomeni, dei processi, delle tensioni e dei bisogni sociali emergenti, un impegno assunto annualmente dall’Istituto a partire dal 1967.

L’anno appena trascorso ha visto un nuovo tema farsi spazio nelle menti degli italiani, e forse lo sarà anche in futuro: crisi.




Cosa pensano gli italiani della crisi?



Che tipo di ripercussioni il terremoto dei mercati finanziari potrebbe avere sulla vita degli italiani?
Il 71,7% sostiene che potrà avere ripercussioni dirette sulla propria vita
Il 28,3% dichiara che ne uscirà indenne



Quali gli effetti della crisi?



Il 37% ritiene che la crisi potrebbe migliorarci, costringendoci a rivedere i nostri difetti
Il 30,2% dichiara più cinicamente che, come sempre, ci scivolerà tutto addosso;
il 32,8% crede, più pessimisticamente, che la crisi farà emergere egoismi e interessi personali esasperati

Ciò che preoccupa di più tra i possibili effetti è il rischio di dover rinunciare in futuro al tenore di vita raggiunto (il 71,1% degli italiani).

Per analizzare più da vicino il fenomeno abbiamo che per le famiglie effettivamente interessate da fattori critici lo scenario rimanda la seguente fotografia: l’11,8% delle famiglie italiane (circa 2,9 milioni) possiede azioni e/o quote di Fondi comuni, soggette all’alta volatilità del mercato borsistico; l’8,2% (circa 2 milioni) ha un mutuo per l’abitazione, ma solo 56.000 hanno saltato qualche pagamento e 193.000 hanno molta difficoltà a pagare le rate (250.000 famiglie nel complesso); il 12,8% (circa 3,1 milioni) usufruisce del credito al consumo.
Tra le strategie per affrontare il difficile momento, il 33,9% degli italiani dichiara che intende risparmiare di più, cautelandosi rispetto agli imprevisti; il 25,2% sembrerebbe non avere altra strada che un significativo taglio dei consumi; in pochi si dichiarano confusi e incerti sul da farsi (9,6%), oppure orientati a lavorare di più (7,4%) o a barcamenarsi cercando di spendere di meno (8,6%); solo il 3,8% dichiara che sarà costretto a intaccare i risparmi messi da parte e lo 0,5% che si indebiterà.




Gli italiani, il lavoro e la crisi



Per l’ambito lavorativo si conferma l’aumento degli impieghi atipici, che oggi si attestano all’11,9% dell’intera occupazione. Ma il lavoro a tempo indeterminato rimane la modalità contrattuale privilegiata come garanzia di lavoro (è l’opinione del 42,5% degli italiani) e quella che dà maggiore soddisfazione (66,1%).
Il lavoro a tempo determinato, le prestazioni occasionali e le collaborazioni sono ritenute utili per offrire occupazione dal 41,9% degli italiani, ma se si parla di soddisfazione del lavoratore la percentuale crolla al 12,9%.
Dal 2004 al 2007 le persone che non cercano lavoro perché temono di non trovarlo sono aumentate del 22,8%; coloro che non hanno un lavoro e che sono disponibili a lavorare sono diminuiti del 23,5%. Cresce cioè una sorta di scoraggiamento nei confronti della possibilità di occuparsi che coinvolge quasi 1 milione 400 mila persone.
E cosa ci dice il mercato del lavoro? Nei primi due trimestri del 2008 si registra un aumento delle persone in cerca di occupazione pari al 20,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La mancanza di lavoro colpisce soprattutto soggetti precedentemente occupati (+27,9%) e persone in cerca di prima occupazione (+5,8%).
Dal 2004 al 2007 il tasso di attività femminile è passato dal 50,6% al 50,7%, il tasso di occupazione dal 45,2% al 46,6%, il tasso di disoccupazione dal 10,5% al 7,9%. Nel 2007 si è registrato un aumento della frequenza dei conflitti di lavoro (passati da 545 casi a 654) e del coinvolgimento dei lavoratori (416.249 nel 2006, 882.097 nel 2007, con 6 milioni 322 mila ore di lavoro perse rispetto a 3 milioni 144 mila dell’anno precedente).




Bossi Fini

La metamorfosi italiana

L’Italia sta attraversando in questi ultimi anni una vera e propria metamorfosi: la presenza numerosa e attiva di nuovi cittadini che, pur nella diversità di provenienze, culture e linguaggi, hanno assunto ruoli, comportamenti e percorsi di vita non dissimili da quelli degli italiani.

Solo vent’anni fa gli stranieri residenti erano appena lo 0,8% della popolazione, nel 1998 erano 1 milione di persone, mentre oggi sono ben 3,4 milioni. Ci avviamo a raggiungere la soglia del 6% della popolazione complessiva, ma nel Centro-Nord siamo già oltre.

Si affermano modalità di integrazione tipiche del nostro modello di sviluppo: nella dimensione familiare e in quella micro-imprenditoriale.

Oggi sono 1.367.000 le famiglie con capofamiglia straniero (il 5,6% del totale); aumentano i matrimoni con almeno uno sposo straniero (oltre 34.000, pari al 14% del totale); cresce il numero delle nascite di figli di stranieri (64.000, l’11,4% del totale dei nati in Italia, erano 33.000 nel 2003); la fecondità delle donne straniere (2,50 figli per donna) è doppia di quella delle italiane (1,26) e si attesta su valori simili a quelli dell’Italia del baby boom.

Il numero di alunni stranieri presenti nelle scuole cresce al ritmo di 60/70.000 l’anno; appena dieci anni fa erano circa 60.000 (lo 0,7% del totale), oggi sono più di 500.000 (il 5,6% del totale, che sale al 6,8% nella scuola primaria).

Nel 2007 le micro-imprese gestite da immigrati hanno raggiunto le 225.408 unità, con 37.531 imprese di extra-comunitari avviate nel corso dell’anno (+8% rispetto all’anno prima). Inoltre siamo in presenza di una imprenditorialità emergente dei migranti.

Gli stranieri titolari d’impresa sono 290 mila, pari al 19,2% degli occupati di nazionalità estera (in pratica, un lavoratore migrante ogni 5 svolge un’attività autonoma) e all’8,4% di tutte le imprese attive.

I comparti prevalenti sono commercio (38,4%) e costruzioni (31%, con un incremento del 128% tra il 2003 e il 2007). Tra il 2006 e il 2007 il numero di imprese con titolare straniero è cresciuto del 10,2% e l’incremento complessivo nel periodo 2003-2007 è stato del 65,5%. Ma permangono alcuni ostacoli allo sviluppo di élite imprenditoriali straniere capaci di collocarsi su segmenti di alto livello, come la scarsa dimestichezza con gli strumenti finanziari e creditizi italiani.

Circa il 30% degli imprenditori stranieri non ha rapporti con le banche (il 52% nel commercio), soltanto il 15% investe con continuità, il 27% lo fa solo occasionalmente, solo il 6% ha rapporti con due o più banche. Ma sono meno dell’8% gli imprenditori stranieri (5% tra quelli italiani) che incorrono in situazioni di sofferenza, con 6 o più rate scadute e non pagate.

"Il sociale"


Che tipo di immagine ci rimanda il “sociale”? Sono oltre 11,4 milioni le famiglie con figli in Italia, con una riduzione di quasi il 2% dal 2001, mentre un calo più brusco riguarda quelle con 2 figli (-4,9%) e quelle con 3 o più figli (-5,3%). Spicca invece il balzo della tipologia più vulnerabile, le famiglie monogenitoriali (+11,3%). Le famiglie con figli fino a 3 anni sono 1,6 milioni, il 14% circa del totale di quelle con figli. La capacità ricettiva dei servizi per la prima infanzia (pubblici e convenzionati) può essere stimata intorno all’11% della domanda (oltre il 9% negli asili, il 2% negli altri servizi) con oscillazioni regionali molto ampie. Considerando gli asili nido comunali, la spesa media sostenuta dai comuni per ciascun bambino è poco meno di 600 euro al mese (valore che oscilla tra 890 euro in Valle d’Aosta e 283 euro in Basilicata). La quota a carico delle famiglie è pari mediamente al 40% (con un massimo del 56% in Basilicata e un minimo del 17% in Campania). La spesa media mensile sostenuta dalle famiglie è di 285 euro al mese (406 euro in Trentino Alto Adige, 118 euro in Calabria). Il 23% delle domande presentate finisce però in lista di attesa. Considerando l’affido non inferiore a tre ore quotidiane, le madri lavoratrici con figli fino a 3 anni ricorrono nel 52,3% dei casi ai nonni, nel 27,8% agli asili pubblici o privati, nel 9,2% alle baby sitter, nel 7,3% all’altro genitore, nel 3,4% a parenti e amici. Quindi le soluzioni familiari coprono il 63% delle esigenze. Il 28% delle madri lavoratrici rinuncia all’idea di mandare i figli all’asilo: il 19,5% afferma che non ci sono posti disponibili, il 17,4% che non ci sono asili nel comune di residenza, per il 7,1% gli orari sono scomodi, per il 4,8% l’asilo è troppo distante.

mercoledì 25 marzo 2009

I VIP di caosinforma

domenica 22 marzo 2009

PREVENIAMO L'AIDS E ... LA MALAFEDE

Hanno destato molto scalpore le dichiarazioni rilasciate dal Santo Padre durante il suo recente viaggio in Africa.
Ma, a parte il fatto che pochi hanno ascoltato le sue dichiarazioni in versione integrale, abbiamo l'impressione che qualunque dichiarazione avesse mai fatto sull'argomento, il risultato non sarebbe cambiato. In questo tempo dominato dai "reality", dal "grande fratello", dal televoto, da tutto ciò che sa di massa, di pensiero omologato, ogni proposta tendente alla responsabilità sociale e personale è destinato a naufragare nel "fuori luogo", nell'"inopportuno", ecc. Di fatti pchi sembrano interessati ad ascoltare ma soprattutto a comprendere fino in fondo le parole del Santo Padre.


Prima anora che un invito morale, il Santo Padre ha voluto richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla mistificazione propria di ogni soluzione semplicistica a fenomeni complessi e sulla sostanziale "convenienza" anche rispetto ai problemi causati dall'AIDS, dell'etica della responsabilità, e del rispetto della persona, dei valori cristiani.


Al di là del rispetto dovuto, da chiunque, alle parole del Sommo Pontefice, al suo ruolo, alla sua fiunzione, riteniamo che anche questa volta le sue parole siano un'indicazione efficace se veramente si vogliono affrontare i mali che affliggono la nostra società, e tra questi il problema della diffusione dell'AIDS. Prova ne è, tra le altre, il fatto che effettivamente laddove si è insistito sulla soluzione "preservativo" in alcune zone dell'Africa, il problema è aumentato di dimensioni e laddove, come in Uganda si è investito (con costi peraltro contenutissimi) su campagne di informazione e di educazione ai rapporti setimentali, i risultati sono stati sorprendentemente efficaci.


Il dubbio nasce spontaneo. Non è che dietro questa reazione scandalizzata di alcuni paesi dell'Occidente, sede di potentissime multinazionali, vi sia solo la paura di perdere i proventi ricavati dalla produzione industriale di profilattici?


Ma non vogliare peccare di semplicismo anche noi. Sta di fatto che il grande valore profetico, sociale, culturale di questo storico viaggio del Santo Padre nel continente africano rischia di passare in secondo piano rispetto alle polemiche ottuse e miopi, da cui effettivamente conviene difendersi con ogni mezzo, per prevenire, questa volta si con ogni mezzo ... la malafede.

sabato 21 marzo 2009

PER SORRIDERE UN PO'

giovedì 12 marzo 2009

RINGRAZIAMENTI

In occasione della pubblicazione in rete del nuovo sito del Centro La Tenda e del blog del Centro studi e formazione caos, vogliamo festeggiare lo "storico evento" ringraziando, a modo nostro, alcuni amici che ci hanno aiutato con il loro contributo di competenze tecniche, di cultura, di amicizia e di affetto a rendere possibile questa "impresa".

Grazie a Gian Maria Mazzeo: pioniere della web communication del Centro La Tenda,






grazie a ClaudioRescigno: mitico grafico del Centro La Tenda,









grazie a Gerardo Giordano: appassionato e contagioso "cultore della vita",





grazie a Francisco Mele: raffinato psicoanalista, amico generoso,







grazie a Mimmo Spaduzzi, maestro della prima ora,
grazie a Tommaso Senatore per la collaborazione presente e futura


grazie ad Anna Palumbo, insostiuibile segretaria del Centro studi e formazione caos.


Grazie alle giovani risorse del Progetto Giovani che danno il senso della prospettiva a questa esperienza che è anche una scommessa sul futuro.



Ma, ovviamente, grazie a tutti, di cuore!




martedì 10 marzo 2009

IL DOVERE DELLE DONNE

Ma perché dopo tante conquiste civili, dopo tanto progresso, dopo tanta crescita culturale ancora si registrano numerosi episodi di violenza sulle donne?
Evidentemente non sono bastate campagne di sensibilizzazione, interventi della magistratura, leggi sempre più severe, dibattiti e spot, per stroncare un fenomeno che ancora un secolo fa era percepito come normale, o comunque inevitabile.
Di certo gli episodi di violenza ai danni delle donne, adulte o minori, sembra non conoscano tregua.
Se è vero, infatti, che negli ultimi anni sono, sembra, calati di numero, essi sono ancora troppo frequenti. Comunque, se pure se ne verificasse uno solo all’anno, non per questo sarebbe meno terribile.
Il fatto è che, al di là dei numeri, il fenomeno segna un “ritardo di umanità” ormai insopportabile.
Ma i casi di violenza sulle donne da parte di anonimi aggressori o immigrati balordi sono percentualmente molto inferiori rispetto ai casi di violenza esercitata tra le mura domestiche e quindi non denunciati.
Infatti, molto spesso, l’abuso, la violenza non vengono affatto denunciati, magari per il timore di essere troppo esposte al giudizio sociale o di partecipare a processi che mettono sul banco degli imputati proprio chi ha subito violenza.
Ma la mancata denuncia dimostra, anche, quanto profonda e diffusa sia la pseudo-cultura su cui questo fenomeno si regge.
Di fatti spesso la violenza non viene riconosciuta come tale. Quasi che il maschio, quando è padre, o marito, o fratello ritiene di avere il diritto “naturale” di proprietà sulla donna , e le donne, non tanto raramente, condividono tacitamente tale atteggiamento, considerandolo, paradossalmente, come segno di attenzione e interesse per la propria persona.

Per contrastare realmente la violenza sulle donne occorre allora condurre una battaglia non solo con strumenti di natura giudiziaria o intensificando sistemi di protezione poliziesca, pur necessari, ma anche promuovre nelle donne una maggiore consapevolezza dei loro diritti (ma anche del loro dovere) di pretendere il rispetto della loro “pari dignità” anche nella vita ordinaria.
Basti pensare, o meglio, guardare tanti programmi televisivi dove le donne, nella migliore delle ipotesi, vengono trattate da oggetto di conquista, se non di puro consumo, o all’analfabetismo sentimentale che oggi sembra caratterizzare i rapporti tra ragazzi e ragazze.
Insomma le donne debbono forse convincersi oggi ancor più di potere/dovere esercitare la loro cittadinanza attiva, come mogli, madri, figlie, lavoratrici, ecc, in tutti i ruoli che occupano.
Un atteggiamento da mettere in atto contro ogni tentativo di svalutazione o disistima che tante volte, però, proviene dalle stesse donne.
Il fenomeno di cui stiamo parlando, quindi, non va affrontato solo con strumenti difensivi. Esso affonda le sue radici in una millenaria tradizione di sottomissione della donna che spesso, senza rendersene conto, condivide la logica di dominio su cui, in ultima analisi, si fonda l’episodio, finale di brutale, ottusa, violenza

sabato 7 marzo 2009

VERSO LA CONFERENZA NAZIONALE PER LE TOSSICODIPENDENZE

In occasione della Conferenza Nazionale per le tossicodipendneze che si svolgerà dal 22 al 24 marzo a Trieste, riportiamo la cronaca della visita al Centro La Tenda dell'allora ministro dei rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi. Lo stesso Giovanardi è oggi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonchè responsabile della Conferenza.
Anche per questo è interessante recuperare le tracce del suo pensiero, espresso allora nel confronto con il nostro Presidente d. Nicola Bari.
Di seguito la cronaca della giornata che ha trascorso presso le nostre strutture.
Mercato San Severino 16.5.2006
Il ministro è giunto alle 10.30 presso la comunità "Pace e Bene" di Mercato San Severino, ed ha visitatola struttura, i laboratori artigianalie dell'attività di e-commerce,intrattenendosi con i responsabili, gli operatori e i ragazzi inseritinel percorso terapeutico.Alle 11.30 si è svolto l'incontro-confronto,"A casa di Luca", altra strutturadel Centro, sita in Mercato San Severino; all'evento hannopartecipato tutti gli operatori delCentro, i ragazzi del modulo lavoro e le volontarie del servizio civile. Il tema che il Ministro ha affrontatoin quest'occasione ha riguardatoprincipalmente il decreto leggesulle nuove norme di contrastodella tossicodipendenza, approvatodalla Camera, nel febbraio del2006. In particolare il discorso s iè concentrato sul tema della prevenzione,del recupero, della repressione, delle misure alternative al carcere per i detenuti tossicodipendenti, e sull'importanza dellacollaborazione tra pubblico e privatonella lotta alla tossicodipendenza. All'incontro era presente anche il responsabile del Ser.T di Mercato San Severino, il quale è intervenutopiù volte all'interno del dibattitodenunciando le difficoltà dei Ser.t nella gestione del problema tossicodipendenza, dal momento che ilnumero degli utenti è di gran lungasuperiore a quello degli operatori presenti. Inoltre, ha auspicato una maggiore integrazione tra le comunità terapeutichee i Ser.t affinché questiultimi possano intervenire a favoredella persona in disagio, oltre la semplice somministrazione del farmaco, e intraprendere un'azione più mirata al recupero. Durante l'incontro, interessante è stato il momento di confronto tra ipresenti e il ministro sulla missiondel Centro, rivolta al disagio e allavalorizzazione della persona. Numerosi sono stati gli interventi anche da parte dei ragazzi presenti, i quali hanno espresso le loro idee, le loro opinioni relativamente al decreto legge, facendo riferimentoanche alle esperienze personali. Il ministro ha offerto risposte esaurienti con tono cordiale, soddisfacendo tutte le aspettative.Terminato il dibattito, Giovanardi si è recato presso la comunità LaPagliuzza, dove ha pranzato con iragazzi e visitato la struttura.
Riportiamo di seguito uno stralcio del discorso di Nicola e del ministro Giovanardi del 16 maggio 2006 Nicola: "Il nostro incontro con il ministro Giovanardi consiste in uno scambio sulle proposte che il ministro ha fatto in questi anni, nell'arco del suomandato; pertanto, non è destinato ad avere una continuità di rapporto con il ministro ma può dar vita, data la sua sensibilità al problema tossicodipendenza, a dei percorsi che vadano al di là della sua carica. Le realtà come la nostra, per avere una vera e propria azione sociale, non possono schierarsi politicamente. Infatti, i nostri rapporti con persone che appartengono alla politica in genere vanno oltre i vincoli partitici e si basano sulla valutazione della persona. I percorsi diventano tanto più facilmente costruibili, con quelle persone che hanno un'attenzione alla personaper esperienza di fede o per valorifortemente radicati. La presenza del ministro, oggi, è dovuta alla sua sensibilità verso il sociale e verso la tossicodipendenza;un'ampiezza di vedute non legata,dunque, agli schieramenti politici.Quindi è possibile ritrovarci su valoricomuni forti e purtroppo messi daparte.Aver detto con chiarezza che la tossicodipendenzaè negativa, forse, nonè sufficiente; ci vogliono altri tipi diinterventi che portino al superamentodel problema legato alla sostanza,guardando al disagio e al malesseredella persona. D a noi, infatti, non arrivano solo tossicodipendenti che hanno fatto uso diuna certa sostanza ma, soprattutto coloro che hanno perso ogni punto diriferimento hanno grandi difficoltà areinserirsi nel contesto socio-lavorativo.Noi abbiamo cercato di costruire unventaglio più ampio di intervento;abbiamo costruito anche una reteintorno a noi. Il rapporto con il territorioè aperto e ci permette di fareun'azione più incisiva. Pensiamo, peresempio, al servizio civile che ci permettedi interagire con il territorio.Nel nostro piccolo apportiamo novità, e ci stiamo aprendo anche ad unaprevenzione più globale che riguardastrettamente l'ambito sanitarioperché trattiamo problemi relativi adisfunzioni metaboliche, fumo, problemicardiologici …ecc.Abbiamo aperto anche un' attività die-commerce e in futuro ci dovremopreoccupare, se pensiamo agli episodiamericani, a risolvere le dipendenzeche potranno derivarne.Stiamo costruendo anche con il Ser.tuna bella esperienza.Dunque, questo incontro è innovativoperché è difficile trovare un Ministroche dedichi più di mezza giornata anoi…. "Giovanardi: "Se mi domandate perchésono qui, la risposta è semplice:perché ho incontrato Nicola Bari edopo aver parlato con lui mi sonoincuriosito.È da tanto tempo che mi dedico aqueste problematiche e posso affermareche tutte le persone che si interessanoe si appassionano a questamateria da Don Germini, Muccioliecc, sono persone straordinarie.È grande la carica che questi personaggimettono all'interno di una realtàche io ho seguito quando ero consigliereregionale in Emilia Romagna,e Parlamentare in questo anno emezzo, nel quale ho avuto la delegaper le tossicodipendenze in questaesperienza di governo e continuerò aseguirla come parlamentare a prescinderedagli incarichi che mi sarannodati.Bisognerebbe creare un'alleanza ditutte le persone, ovunque collocatenel sociale o nella politica, nel governo,per far fronte a questa problematicacosì difficile e complessa.Io sono venuto qua perché ho tantoda imparare. Invito sempre gli operatoridel sociale del pubblico e delprivato ad andare d'accordo. È’ inutileil contrasto. Gli operatori delsociale sono una vera e grande risorsaanche se in genere c'è una diffidenza.“I percorsi diventano tantopiù facilmente costruibilicon quelle persone che hannoun'attenzione alla persona peresperienza di fede o per valorifortemente radicati”“È da tanto tempo che midedico a queste problematiche eposso affermare che tutte lepersone che si interessano e siappassionano a questa materiada Don Germini, Muccioli ecc,sono persone straordinarie”La Tenda e il Ministro:un incontro oltre la Comunità Terapeutica10caosinformadalla tossicodipendenza, ma un percorsodi recupero di se stesso in quantopersona sociale.Vi sono percorsi sul piano psicologicodella persona con la formazione allavoro, poi c'è una fase di avviamentoal lavoro e poi si passa ad un inserimentolavorativo esterno per certiversi o ad una attività auto-imprenditoriale,come attività commerciali ingenere. Abbiamo, inoltre, un altro tipodi programma non legato alla tossicodipendenza,ma a un'impresa dilavoro aperta a tutti, sono le nostrecooperative, attività aperte a chiunque,proposte che anche se non legatead un centro di recupero potrebberoesistere lo stesso.Il punto debole delle comunità oggiè dato dal fatto di avviare e farnascere attività in funzione della tossicodipendenza,così facendo si creasolo un legame di dipendenza….."Giovanardi: "La risposta alla lacerazionedei valori del mondo contemporaneonon verrà mai né dalla politicané dai partiti, né dalla legislatura,la risposta deve venire da voi.Dalla consapevolezza della limitatezzadell'uomo perché alle domandeesistenziali di fondo la risposta nonviene, come storicamente è stato, dalperfettismo che ha dato vita poi alfascismo, al comunismo e nazismo, dachi viene a raccontarti che non credein un peccato originale, nella trascendenza,di chi dice che il paradisopuò crearsi sulla terra, perché chi haraccontato queste cose l'ha fatto conmigliaia di morti e guai inenarrabili.Il 98% degli italiani di oggi ha unasperanza di vita, una qualità dellavita e una possibilità di informazione,una coesione di beni culturali, unapossibilità di viaggiare e di conoscereil mondo, una possibilità di curarsidalle malattie che prima non c'era.Ma se non hai dei valori, tutto questonon serve a niente. La vera crisi non èquella materiale è quella spirituale.Se i problemi sociali pensiamo dirisolverli solo con le strutture pubbliche,non li risolveremo mai. Cosìfacendo viene meno tutta la ricchezzaproveniente da una spinta a risolveredavvero i problemi e che rappresentain realtà il cuore e l'anima dellecomunità."Ser.T. e le comunità.Un'altra tematica da affrontare èquella del carcere. Per affrontarequesto problema, abbiamo apertodue strutture di recupero collegate aun circuito lavorativo.E poi vi sono altri due progetti ilprimo si chiama "Prevenzione in famiglia"che prevede l'inserimento diluoghi nelle scuole private e non private,in cui operatori specializzatipossono incontrare le famiglie perfare prevenzione rispetto ai rischi cheil contatto con le sostanze può provocare.L'altro è quello che riguarda lacocaina che è diventata di modaanche nel mondo dello spettacolo.Abbiamo le pasticche, l'ecstasy e lenuove dipendenze, una serie di problemia cui la società deve adeguarsiper dare una serie di risposte adeguate.Io credo che la cosa miglioreda fare sia lavorare con tutti coloroche lavorano sul piano della prevenzionee del recupero, e non insieme achi promuove l'uso della droga dicendoche drogarsi sia un gesto di libertà.Il dialogo è il modo migliore perrisolvere il problema.Questa mattina in questa comunità hovisto cose e iniziative che non ho vistoin altre e che possono essere diesempio per altri."Nicola:. "Tornando al lavoro ilmodello sviluppato da noi si basa suquello di Muccioli, in cui le attivitàlavorative avvengono nelle comunitàe non c'è mai il distacco. In effetti, noiabbiamo superato questa cosa, ilprogramma non è chiuso, la personanon fa solo un programma per uscireIn realtà qualsiasi approccio allatematica si utilizzi è importante che lerisposte a questo tipo di problematicasiano convincenti. La legge che hastabilito il funzionamento del serviziocivile ha dato grandi soddisfazioni;era buona, ci abbiamo lavorato eman mano il numero dei partecipantiè aumentato sempre di più grazieagli enti.La gratificazione di chi ha fatto questaesperienza deriva dal fatto che iprogetti fatti dagli enti erano validi,per cui tutti quelli che hanno fattoquesta esperienza non hanno buttatovia un anno ma hanno guadagnatoun anno di vita in più; hanno conosciutoambienti, hanno potuto trovareoccupazione per il futuro. La continuitàdell'impegno ha dato risposte efficaci. Io dico sempre che la vita è stupefacente,proprio come lo spot cheabbiamo fatto. Per cui pensare che lepersone possano buttare via la vita,questa grossa opportunità, è impensabile.Bisogna insegnare ai giovani chequesta ricchezza straordinaria vacoltivata e non bisogna barattaretutto ciò con una sostanza che lidomina. Un essere umano non puòfarsi dominare da una sostanza chegli porta via la sua capacità di relazione, di vivere, mi sembra una cosatalmente evidente che non è possibileche sia così. Allora la prima cosa è laprevenzione.Il recupero è importante; nella vita sipuò sbagliare, ma si può aiutare acorreggere l'errore.Non è una soluzione dare tantadroga a chi ha quel problema, anchedal punto di vista cristiano, se unapersona cade bisognerebbe dargliuna mano a tirarsi su.Un'altra tematica di questi giorni è ilproblema dello spaccio: come agiree come comportarsi nei confrontidegli spacciatori e dei consumatori.Noi abbiamo cercato di tracciare unconfine tra i due: il consumatore nonviene né condannato né criminalizzato,è solo sottoposto a sanzioni amministrative.Per quanto riguarda glispacciatori vi sono sanzioni penali.Un'altra cosa in discussione è il rapportotra pubblico e privato, costruireintegrazione fra le comunità e icomuni, le province e le regioni, fra “Gli operatori delsociale sono una vera egrande risorsa”“Nella vita si può sbagliare, ma si può aiutare a correggere l'errore.”

domenica 1 marzo 2009

COSA BOLLE IN PENTOLA?


Cosa bolle in pentola?
Le risposte della scuola e della società
Cosa bolle in pentola? Avviata una indagine sui nuovi bisogni sociali.Lo spunto è partito da una ricerca-azione, "cosa bolle in pentola", che stiamo realizzando nelle scuole di Salerno per tentare di leggere i bisogni dei nostri giovani.In questo caso la prospettiva è quella di realizzare nel nuovo Centro per i Giovani, servizi capaci rispondere alle loro specifiche esigenze. Sulla scorta degli spunti che stanno emergendo, vorremmo allargare il discorso ad altri bisogni .Vorremmo, in altri termini riflettere insieme ai nostri "compagni di viaggio telematici", per tentare di sapere cosa "bolle anche in altre pentole".In particolare, ci interesserebbe conoscere, dal vostro punto di vista "cosa bolle in pentola" nel mondo del lavoro, della famiglia, della salute, del volontariato e della formazione. Tutti "mondi" alle prese con i profondi mutamenti sociali e culturali della nostra epoca, evidenziati (ma non determinati) dalla citatissima crisi economico-finanziaria.Pertanto, nel proporvi alcuni dati emergenti nei vari ambiti di indagine,vi invitiamo a farci pervenire le vostre riflessioni e le vostre ipotesi circa i bisogni che questi stessi mondi esprimono e magari lavorare insieme per progettare qualche risposta condivisa.
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ECONOMIA E FINANZA

Questa differenza non l'ho mai capita veramente. Ma adesso che mi ci sto applicando ...
Essendo definita l'"economia" come la "scienza che studia i modi di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione", "la finanza", analogamente, viene definita come quella "scienza che studia i modi di allocazione del denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione".
Non mi è ancora chiaro del tutto ma se capisco bene, la differenza è paragonabile a quella esistente tra i pugili che, per guadagnarsi da vivere, si picchiano di santa ragione e gli scommettitori che guadagnano facendo picchiare i pugili tra di loro.
Beh! Se le cose stanno veramente in questo modo era meglio non capire.